Questa notte ho sognato la ghigliottina. Dietro di lei faceva la fila tutta la famiglia Windsor, dal signor Carlo fino al piccolo George, con la manina sotto il naso, nel tentativo di sventolare il più lontano possibile la puzza del popolo da cui era attorniato.
C’erano pure Camilla, William, Catherine e sua sorella Pippa. Anche Diana Spencer stava nel mucchio. A lei, in realtà, ci aveva già pensato un tunnel sotto la Senna, ma in fondo era un sogno e quindi nessuno trovava strana la sua presenza lì.
“Vedete,” spiegava alla piccola folla di altezze reali un signore che stringeva tra le mani la corda della grossa lama sospesa sulla cima della ghigliottina, “non esiste che qualcuno nasca con una corona in testa per scroccare sulle spalle di chi lavora per secoli e secoli. Dunque accomodatevi, iniziamo con lei signora Elisabetta?”.
Gli astanti, nell’attesa, coccarde tricolori sui baveri delle giacche e sui cappelli, commentavano pacati: “Era ora, è dal 1789 che si parla a vanvera di democrazia…”.