La stampa mainstream continua nei decenni ad accostare il termine ultrà alla parola teppismo come se fossero sinonimi, a demonizzare uno stile e un movimento (nato tra lo stadio e la strada) senza mai essersi addentrata su quei gradoni, macinato centinaia di kilometri per le trasferte, partecipato a quelle domeniche dove l’unica cosa che conta sono i colori della propria maglia.
Nonostante questa sottocultura abbia subito numerosi mutamenti, affrontato una repressione costante sempre più intensa e sia stata costretta a misurarsi con un sistema-calcio devoto solo al denaro, sopravvive continuando a suo modo ad esprimere conflittualità e odio verso una cultura dominante che non gli appartiene.
Cosa c’è dietro l’attitudine al conflitto sociale che caratterizza la militanza ultrà? Quali sono le ragioni di una rabbia mai compresa dalle inchieste sociologiche legate al fenomeno? Qual è la storia di un movimento che attraversa l’intera Europa, restando l’unica spina nel fianco di un sistema-calcio ormai quasi completamente addomesticato alla televisione?
A vent’anni dalla prima pubblicazione ritorna “Ultrà. Le sottoculture giovanili negli stadi d’Europa” di Valerio Marchi, un libro che risponde a queste domande con originalità ed entra nel merito del fenomeno dalla sua nascita fino ai tempi recenti. Uno dei pochi in circolazione in cui, a prendere la parola per parlare di ultras, è chi è stato ultras.
Il testo sarà presentato giovedì 22 ottobre alle 19 presso la MEDIATECA GATEWAY (via San Petronio Vecchio 33/B) insieme a Cristiano Armati, editor della Red Star Press e di Hellnation Libri.