Recensione di Francesco Fanesi per Arvultura.it
Questo di Cristiano Armati è un buon libro. Ed è un buon libro perché ha diversi meriti. Uno è senz’altro quello di descrivere un argomento ”militante” come è il movimento di lotta per la casa in maniera comprensibile e intelligibile anche a chi militante non è.
Trattare delle occupazioni a scopo abitativo può voler dire infilarsi in un terreno scivoloso. Infatti questo è un argomento quasi totalmente schiacciato dalla narrazione tossica del mainstream. La nostra stampa, ed i media in generale, fanno a gara a chi più riesce a soddisfare le esigenze dei poteri forti e, dietro l’emergenza abitativa nelle nostre metropoli, i poteri forti ci sono eccome. Così l’occupazione di spazi vuoti lasciati volutamente e scandalosamente marcire dalla lobby dei palazzinari per i media diventa racket; gli alloggi pubblici strappati al degrado e l’incuria diventano case popolari tolte ai legittimi proprietari: praticamente, per dirla come l’autore, a sentire i talk show una vecchietta non può uscire di casa a prendere un caffè che i movimenti gli occupano la casa!
Quindi dobbiamo riconoscere a Cristiano anche il merito di aver scritto una contro narrazione chiara e scorrevole della storia del network Abitare nella Crisi e soprattutto della sua espressione romana autodefinitasi come Movimenti per il Diritto all’Abitare, di cui egli stesso è protagonista di primo piano.
La narrazione si snoda su due livelli che si intersecano: quello teorico-politico e quello della descrizione vera e propria della azione diretta che coglie con nitidezza quella che è stata una grande stagione di lotte per la casa nel biennio 2013-14. D’un fiato si leggono le pagine che raccontano lo Tzunami Tour, l’ondata di occupazioni contemporanee a scopo abitativo che i movimenti romani lanciano il 6 dicembre ’12 e che proseguirà per tutto il biennio successivo. Occupazioni che daranno il via a ad un eccezionale periodo di lotte dal basso che, coagulandosi attorno al diritto all’abitare, si salderà in una piattaforma di rivendicazioni socialmente avanzata: reddito, lavoro, istruzione, salute sintetizzati in un celebre slogan: “una sola grande opera, casa e reddito per tutti”.
La critica al “sistema crisi” elaborata dagli ambienti romani trova la sua corrispondenza anche nel resto del paese ed in particolare nella valle che resiste al TAV. Da questo, e dalla constatazione che solo attraverso l’unione delle lotte dal basso di precari, migranti, movimenti contro le devastazioni ambientali, disoccupati e senza casa sarà possibile agire il cambiamento nella società, nasce quella spinta che porterà alla grande manifestazione del 19 ottobre 2013 ed alla successiva accampada dei movimenti di lotta per la casa a Porta Pia. Sotto la parola d’ordine di “assediamoli” sfilano centinaia di migliaia di corpi che chiedono a gran voce un cambiamento radicale del paradigma di sviluppo. Per dire basta ad un capitalismo che favorisce pochi e si accanisce ferocemente sugli ultimi della catena sociale. Dalla tenacia di chi ha resistito per giorni accampato a Porta Pia ne scaturisce un incontro con l’allora ministro Lupi che, davanti alla rabbia sociale, come sempre sortisce solo promesse vuote e solite arroganti frasi di circostanza. Tra l’altro di lì a breve sarà ancora una volta chiaro da che parte sta la politica: lo stesso ministro Lupi (che poi si dimetterà sotto il peso delle inchieste giudiziarie) darà il nome ad un famigerato decreto del renziano “piano casa” che all’articolo 5, come per prendersi beffe dei movimenti per la casa, sancisce la guerra ai poveri: “Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi”. Quindi si staccano le utenze a chi per sopravvivere ha recuperato qualche palazzina fatiscente e gli si nega ogni diritto civile (ad esempio la possibilità di mandare i figli a scuola) privandoli della residenza anagrafica. Chapeau!
Questo e molto altro c’è ne “La Scintilla”, edito dalla Fandango Libri, ora sta a voi leggere e diffondere…