Su Belleville. E sugli “stranieri” come “risorsa”

Nei panorami di Parigi spuntano, come le cime bianche delle montagne, i profili metallici di palazzi altissimi. Palazzi grandi come città, costruiti in quartieri sempre più lontani dal centro: in luoghi dove la vita è così dura che solo gli ultimi arrivati trovano, quasi ricorrendo a uno sviluppato istinto di sopravvivenza, la forza per abitarci

Favole: come quelle che i marinai raccontavano sul paese dove anche le porcilaie erano pavimentate con l’oro zecchino. O come quelle su esseri giganteschi e con un occhio solo, avidi mangiatori di uomini. Nessuno, tra quelli che conosco, è mai stato tanto vicino ai profili metallici di questi grattacieli da poter vedere, con i suoi occhi, la vita delle persone che vi abitano: hic sunt leones… si dice che in questi palazzi giganteschi, i parigini li chiamano cité, non si avventuri nemmeno la polizia. Le automobili con le sirene blu sarebbero bersagli troppo facili, mezzi assolutamente inadatti per avere la meglio su di un fitto lancio di pietre e bottiglie. Se gli arabi la fanno troppo grossa che ci pensi la legione straniera, naturalmente in tenuta antisommossa.

Eppure gli stranieri sono una risorsa. Appiccicato sulle pareti delle cité dai pubblicitari di una grossa catena di hard discount, il campione del mondo Zinedine Zidane dice: “J’adore vous faire gagner“.

Anche David Copperfield era riuscito ad attraversare l’inferno a testa alta, era passato dalla strada alla buona società solo grazie alle proprie capacità e senza commettere reati. Ma nessuno gli aveva chiesto di fare gol al Brasile per questo.

Ci vuole la fame per farsi strada nella vita. Ma, anche senza fare strada nella vita, la fame resta lo stesso. Per questo ci sono gli hard discount. Anche chi non fa strada nella vita ha il diritto di rappresentare una fetta di mercato.

In un café di Belleville ascolto un avventore: “Candela, Ibou, Trezeguet, Zidane, Lizarazu… poi ci si lamenta che i vivai francesi sono in crisi.”

Zinedine Zidane sorride impacciato. Di hard discount come quelli a cui lui fa la pubblicità ne hanno aperto uno pure qui a Belleville. Sì che in questo quartiere puoi ancora trovare qualche vecchio che dice “oggi devo andare a Parigi” se per caso deve prendere la metropolitana e scendere dalle parti degli Champs Elysées.

Ecco come fanno gli stranieri a diventare una risorsa: le nuove e più estreme periferie delle cité riscattano la vecchia periferia francese. Donano dignità borghese a vecchi quartieri malfamati, le location ideali per film e libri dedicati ai profumi delle spezie. I nuovi casermoni, intanto, con la loro bruttezza estrema, trasformano i vecchi e malandati palazzi di edilizia popolare in piccoli gioielli. Case, da qualche anno, abitate da pittori, studenti, filosofi, scrittori e turisti a caccia di autenticità. Flaneurs… adesso vengono tutti quanti qui a Belleville. E si godono l’integrazione culturale.

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