Come antifascist* ci confrontiamo quotidianamente con i messaggi che dai mezzi di comunicazione alimentano e legittimano a livello sociale razzismo, sessismo e in generale l’aggressione morale e fisica verso chiunque risulti “incompatibile”, “irregolare”, “illegale”. In breve, contro chiunque (immigrato, donna, omosessuale, comunista, anarchico…) possa, bastando a ciò la sua semplice esistenza in vita, rappresentare una minaccia all’ordine costituito. I “diversi” vengono individuati da questa propaganda come elemento disgregante di equilibri sociali che sono in verità attaccati dall’azione violenta di un capitale sempre più in crisi e dai vari governi neoliberali, di centrosinistra o centrodestra, a suo servizio. Da questo punto di vista la propaganda reazionaria strumentalizza una legittima rabbia popolare, una rabbia confusa contro il sistema, variamente identificato con pezzi di ceto politico corrotto o con la finanza, una rabbia provocata dalla paura, da parte dei molti impoveriti dalla crisi, di perdere quel poco che hanno. Si forma così un terreno in cui i diversi gruppuscoli fascisti cercano di inserirsi, da una parte sostenendo parole d’ordine populiste e camuffandosi da “gente comune”, dall’altra agendo secondo i propri scopi, ovvero spingendo nella direzione di svolte reazionarie ancora più marcate e violente.
Delle risposte da dare come antifascist* in questo scenario, in cui la vuota retorica istituzionale e gli appelli antipopulisti di facciata non fanno altro che portare acqua al mulino della destra, discutiamo con il contributo di Cristiano Armati.
Assemblea / dibattito * Venerdì 10 febbraio, ore 19 * Cpa Fi-Sud