Strana questa statistica sull’affidabilità, ho fatto le stesse domande al bar della coltellata vicino a dove abito e, parlando di notai, il discorso è finito subito, che “chi non è bono a chiude co’ ‘na stretta de mano vor dì che è ‘n mezzo ‘nfame. Allora artro che’r notaro, je ce serve ‘a spiritosa”.
Per quanto riguarda poi la fiducia, al primo posto si sono piazzati i rapinatori, “perché ce se po’ fidà de chi va a saltà ‘n bancone”, tallonati dai ladri, “quelli che vanno a lavorà ai Parioli, famo a capisse”, seguono a una certa distanza i pusher, perché un lavoro sicuro è vero che ce l’hanno, però “vabbè, so’ affidabili finché je conviene, ma a spigne so’ boni tutti”.
Ho provato a domandare delle forze dell’ordine, ma uno m’ha guardato brutto e ha sbraitato “forze dell’ordine lo dici a tu’ sorella”, allora ho lasciato perde. Pe’ vede’ dove se sarebbero piazzati banchieri, politici o assicuratori, lo confesso, m’è mancato er core.