Giulio Perrone Editore, 2012
Ci sono libri che parlano d’amore. Altri che offrono al lettore la possibilità di risolvere un oscuro mistero. Altri ancora che consentono a chi legge di “vedere” luoghi mai visitati di persona… Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno affronta tutti questi temi. L’amore di cui si parla, naturalmente, è quello per i libri, l’oscuro mistero offerto sotto forma di giallo coincide con il meccanismo che consente a un manoscritto di arrivare alla pubblicazione mentre i luoghi affrontati dalla narrazione sono gli ambienti di una casa editrice: le scrivanie dei redattori, i telefoni degli uffici stampa, i carrelli dei magazzinieri e, in modo particolare, i modi di agire e di pensare di tutti coloro che, giorno dopo giorno, affollano la stanza di un editor (per mezzo di mail, telefonate, plichi raccomandati, messaggi su facebook e visite personali) per perorare la causa di un presunto capolavoro custodito in un cassetto.
Scritto pensando a tutti coloro che sognano di scalare le classifiche dei bestseller o che, più semplicemente, desiderano scoprire cosa si nasconde dietro le quinte del lavoro di un editore, Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno distilla sotto forma di consigli l’esperienza di una vita vissuta tra la carta e l’inchiostro, il frastuono delle macchine tipografiche e gli spietati rendiconti dei librai. Il risultato è un manuale per chi desidera rapportarsi in modo corretto con una casa editrice, ma anche una satira impietosa che affronta i meccanismi dell’industria editoriale per prendere di mira i vizi e i malcostumi che si annidano in ogni settore della vita quotidiana.
Cristiano Armati, Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a NON fare ma che invece fanno
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